Cima
della Laurasca
Val Loana-Scaredi-Laghetti del Marmo-Cappelletta
di Terza
Periodo
consigliato :
Da aprile a novembre
Attrezzatura
: Comode scarpe da montagna e abbigliamento
sportivo
Tempo
di percorrenza :
5.00h/5.30h di passo calmo e senza considerare le soste
Dislivello
: Totale 1914m (salita e discesa) ---
FondoLi Gabbi–Le Fornaci +84 m --- Le Fornaci–Alpe
Cortenuovo +452 m --- Cortenuovo-Scaredi +49 m --- Scaredi–Laghetti
del Marmo +159 m --- Laghetti del Marmo– Cima della
Laurasca +195 m --- tornati a Scaredi --- Scaredi-Capelletta
di Terza +18 m.
Strutture
: A.P.T. ufficio di Santa Maria Maggiore
Tel.0324/95091;
C.A.I. sezione di Valle Vigezzo Tel.0324/94737 (il venerdì
sera) ;
Azienda agrituristica “Valle Loana” telefono:
0324 92132 - 338 3071864 apertura dal 1° giugno, giorno
di chiusura nessuno
Come
raggiungere la Val Loana : La Val Loana
è facilmente raggiungibile con la strada statale
per la Valle Vigezzo che si imbocca direttamente all’uscita
per Masera e Valle Vigezzo della superstrada, naturale
proseguimento dell'autostrada A26 "Genova-Gravellona
Toce", oppure con il trenino della Vigezzina in partenza
da Domodossola.
Raggiunto Malesco attraversare il paese e all’uscita
dopo la chiesa prendere al bivio a destra.
Salendo da Malesco, lungo la strada di collegamento asfaltata,
lunga 6 Km, si raggiunge la località Fondo li Gabbi
o Fondi Ghebbi, imbocco della valle Loana, ampia vallata
pianeggiante posta in linea quasi parallela con l’altopiano
vigezzino.
Negli ultimi anni nel mese di agosto, l'accesso alla Val
Loana è interdetto ai mezzi, ma esiste un servizio
navetta a pagamento.
Giunti
a Fondo li Gabbi
o Fondi Ghebbi
(1256m), parcheggiamo l'auto in una della numerose piazzole
e scendiamo ad attraversare il greto del torrente
Loana che in questa stagione è
quasi completamente asciutto, e ci portiamo sul lato destro
della valle nei pressi dell'agriturismo.
Oggi la mattinata è serena e calda, la bella spianata
della Val Loana si stende davanti a noi e lassù
al centro svetta la nostra metà.
Il
largo sentiero si dipana dopo l'agriturismo in leggerissima
ascesa, sfiorando una cappelletta posta al centro del
prato, costeggiando il lato destro della valle, passando
quindi vicino ad un ponte in legno.
Andando verso il restringimento dell'altipiano noteremo
prima sulla sinistra, sul lato opposto, un piccolo gruppo
di baite nei pressi del sentiero che scende dalla Forcola
da noi percorso e recensito.
Il sentiero a questo punto aggira sulla sinistra una piccola
pietraia e nei pressi di alcuni cartelli indicatori si
infila nel bosco sul lato destro della montagna.
Da questo momento le pendenze si fanno impegnative in
modo costante sino alla meta.
Dopo qualche minuto arriviamo nei pressi delle Fornaci
(circa 1340m) (25/30 min).
I
resti delle antiche fornaci, ora in fase di restauro,
venivano utilizzate un tempo per la fabbricazione della
calce.
Strutture di forma circolare, erano costruite in sasso
a ridosso del pendio del terreno, nel muro a valle veniva
costruita un’apertura denominata “bocca di
carico” che serviva per introdurre la legna ed il
carbone da ardere.
Il calcare, ricavato nei pressi di Scaredi,
vicino al Laghetto del Marmo, veniva ridotto in piccoli
pezzi e trasportato a dorso di mulo fin qui, dove veniva
messo in queste fornaci a cuocere lentamente.
Dalla bocca di carico si inserivano il legname ed il carbone
di legna che venivano fatti ardere a temperatura costante
per circa 8 giorni.
Una persona sorvegliava giorno e notte la cottura finché
il calcare non si riduceva in materiale più tenero.
La calce bianca ottenuta veniva messa nei sacchi e a dorso
di mulo portata a valle per essere utilizzata nella fabbricazione
dei muri delle case o delle baite.
La Valle Loana,
con le sue fornaci, ed i suoi boschi ha fornito di legname
e calce la Valle Vigezzo,
e arredato la residenza borromea all’isola
Bella, sul lago
Maggiore.
Molte più di queste informazioni si possono trovare
nel libro "Malesco"
dello storico vigezzino Giacomo
Pollini.
Riprendiamo il cammino, la larga mulattiera rudemente
gradonata che spesso in zona vengono definite "Strà
di vacch", sale ripida ai margini del bosco
tra cespugli di mirtilli.
Se non allenati la salita si fa sentire, il sole caldo
di questo inizio settembre accentua le difficoltà,
nei frequenti squarci però possiamo ammirare già
scenari notevoli, dietro di noi la piana di Fondi Gabbi
che si allontana, alla nostra sinistra la cresta che dalla
Forcola
corre alla Testa del Mater e a La Cima, quindi di
fronte a noi il nostro obbiettivo.
Sulla
sinistra il Cimone di Cortechiuso da noi salito e descritto
e alla destra la Laurasca che ci attende.
Attraversiamo alcuni ruscelli e piccoli passaggi su lastroni
che interrompono il grezzo lastricato, quindi una diagonale
che finalmente ci porta all'alpe
Cortenuovo (1792m)(1.15h/1.20h).
L'Alpe Cortenuovo è costituito da due baite ancora
in buono stato, in quanto utilizzate dai pastori di un
gruppo di capre e mucche che si aggirano nei dintorni.
Abbiamo percorso il tratto più lungo tra un punto
di riferimento e l'altro, ripartiamo seguendo il sentiero
che esce alla destra dell'alpeggio per poi piegare a sinistra
per superare una bastionata rocciosa.
Sormontata la quale siamo all'imbocco della piccola conca
dove si trova l'alpe Scaredi
(1841m)(1.30h/1.40h) che raggiungiamo in breve.
Scaredi
vera e propria porta d' ingresso al Parco
Nazionale Valgrande, ne fa luogo molto frequentato
e dal forte fascino dato dalla sua storia secolare che
si avverte subito sostando sui suoi prati.
La bella baita ben ristrutturata è il bivacco sempre
aperto di proprietà dell'ente parco, dotato di
stufa, pannello solare, e numerosi posti letto nel sottotetto
ben ristrutturato.
Riposati e dissetati alla bella fontana, ripartiamo.
Dietro l'alpeggio parte il sentiero ben evidente con cartello
indicatore.
Prestiamo attenzione però, la traccia piega a sinistra
in direzione dei laghetti,
mentre un altra prosegue dritta in direzione della vetta
della Laurasca.
Noi decidiamo di passare dai laghetti allungando il percorso
di circa 15min.
Quindi pieghiamo dapprima verso sinistra, passando sotto
un contrafforte roccioso, quindi prendiamo a salire verso
destra su pendenze che si fanno ardue.
Tra rari ometti individuiamo la flebile traccia, che prima
ci porta in una piccola conca solcata da un ruscello e
quindi nei pressi di alcuni dei
laghetti del Marmo (circa 2000m)(1.50h/2.00h).
I
laghetti sono poco più che piccole pozze sparse
nei declivi tra il Cimone di Cortechiuso e della Laurasca,
che derivano il loro nome dagli affioramenti di marmo
bianco tra gli specchi d'acqua.
Da qui saliamo, traversando verso destra in direzione
della traccia ben evidente che taglia orizzontalmente
tra le due cime.
Raggiunto il sentiero che è un tratto del mitico
sentiero bove, proseguiamo
verso destra proprio sotto la vetta, dopo qualche minuto,
alcuni segnali di vernice indicano chiaramente l'attacco
del sentiero per la vetta.
Mancano ormai circa 150m di dislivello, ma verticali.
Prima si prosegue verso destra (ovest), poi la traccia
piega verso sinistra a risalire ormai l'ultimo tratto
della cresta ovest.
In breve tra sfasciumi si esce sulla piramide finale nei
pressi della croce, finalmente Cima
della Laurasa (2195m)(2.30h/3.00h).
Cima
famosa e panoramica che deriva il suo nome dalla locuzione
dialettale "Pizz 'dla brasca" ovvero "Pizzo
della brace".
Situata alla congiunzione di tre valli, Val Loana, Val
Pogallo e Val Portaiola permette una visuale circolare
su tutto il territorio della provincia del Vco.
In
una panoramica est-sud-ovest, vediamo da sinistra
il Cimone di Cortechiuso
la cima gemella che sembra potersi toccare allungando
la mano, sullo sfondo il Gridone
o Limidario,
Monte Zeda,
Pizzo Marona,
Pian Cavallone,
Lago Maggiore,
Mottarone,
Cima Sasso
sullo sfondo il lago d'Orta,
la Bocchetta di Campo,
Corni di Nibbio,
sullo sfondo il Monte Rosa
e alla sua destra lontano verso ovest l'inconfondibile
piramide del Cervino.
Verso
nord, il Cimone di Straolgio
li a 'pochi passi' sulla sinistra, sullo sfondo
la Val Vigezzo
e i suoi monti, in basso a destra l'altipiano della Val
Loana con Fondi
Ghebbi lasciato solo qualche ora fa.
Affascinato dalla bellezza di Bocchetta di Campo, non
resisto e faccio una zoommata con i mie poveri mezzi tecnici.
Il
risultato non so se è decente, ma che bello quel
posto laggiù e quella casina in equilibrio su di
una lama con il gigante Pedum
a proteggerla.
Rifocillati, e lasciato il nostro segno sul libro di vetta,
custodito nella scatola metallica sulla croce, a malincuore
scendiamo.
Tornati alla base della cuspide finale, sul sentiero Bove,
seguiamo ora i chiari segni bianco-rossi del sentiero
che torna in linea retta a Scaredi.
Giunti di nuovo a Scaredi, alla nostra sinistra (ovest)
possiamo notare una piccola cappelletta.
Deciso !
In circa 10 minuti da Scaredi eccoci alla Cappelletta
di Terza(1859m).
Posta
sul Colle di Loana,
il piccolo promontorio alle spalle di Scaredi, la Cappelletta
di Terza è stata costruita nel
1847 da alpigiani e restaurata negli anni '80 dagli alpini
di Malesco, deriva presumibilmente il nome dall'alpe Tercia
ormai scomparso situato nella zona.
All'interno sono raffigurati tre santi.
A destra S.Antonio patrono degli animali, a sinistra S.Gioacchino
protettore dei pastori e al centro Santa Genoveffa patrona
di Parigi luogo di emigrazione dei vigezzini dell'altro
secolo.
Da qui una chiara traccia di fronte alla cappelletta risale
un piccolo dosso erboso e in breve discesa ci riporta
a Cortenuovo
di nuovo sul sentiero dell'andata.
Seguiamo il sentiero in discesa e ripercorriamo a ritroso
il tracciato sino a tornare a Fondo Li Gabbi (1256) dopo(5.00h/5.30h).
Escursione di media difficoltà più per le
pendenze che per l'orientamento che è praticamente
a vista, di grande valore paesaggistico.
Un
grazie agli escursionisti di giornata Francesco, Fabrizio,
Dario.