Atrezzatura
: Comode scarpe da montagna e abbigliamento
sportivo
Tempo
di percorrenza :
5.30h/6.00h di passo calmo e senza considerare le soste
Dislivello
: Totale 1890m --- Li Gabbi – La Forcola
+562 m --- La Forcola – Corte Chiuso +83 m --- Corte
Chiuso - Cimone di Corte Chiuso +300 m --- Cimone di Cortechiuso
– Scaredi -342 m --- Scaredi – Corte Nuovo -49
m --- Corte Nuovo – Li Gabbi – 554 m
Strutture
: A.P.T. ufficio di Santa Maria Maggiore
Tel.0324/95091 C.A.I. sezione di Valle Vigezzo Tel.0324/94737
(il venerdì sera), Azienda agrituristica “Valle
Loana” telefono: 0324 92132 - 338 3071864 apertura
dal 1° giugno, giorno di chiusura nessuno
Come
raggiungere la Val Loana : La Val Loana
è facilmente raggiungibile con la strada statale
per la Valle Vigezzo che si imbocca direttamente all’uscita
per Masera e Valle Vigezzo della superstrada, oppure con
il trenino della Vigezzina in partenza da Domodossola.
Raggiunto Malesco attraversare il paese e all’uscita
dopo la chiesa prendere al bivio a destra.
Salendo da Malesco, lungo la strada di collegamento asfaltata,
lunga 6 Km, si raggiunge la localita Fondo Gabbi, imbocco
della valle Loana, ampia vallata pianeggiante posta in linea
quasi parallela con l’altopiano vigezzino.
II Parco Nazionale della
Val Grande, raggiungibile dalla Valle
Vigezzo tramite il "Corridoio"
della Valle Loana,
è la più vasta e selvaggia area naturale d’
Italia.
La Valle Loana,
con il suo fiume che la divide a meta', costituisce una
delle zone piu' belle della Valle
Vigezzo, in particolar modo per la
sua conformazione, e per la sua posizione, che si caratterizza
per le sue cime.
Una valle nella valle insomma!
Cosi viene definita la Valle
Loana, con le sue fornaci, ed i suoi
boschi che hanno fornito di legname la Valle
Vigezzo, e arredato la residenza borromea
all’isola Bella,
sul lago Maggiore,
una valle dove anche qui il tempo ha lasciato il segno di
un passato ricco di eventi calamitosi devastanti, che ne
hanno solcato il verde pascolo, ma che non sono comunque
riusciti a cancellarne ed a nasconderne la bellezza unica
ed esclusiva.
Una valle, al centro dell’ interesse locale ove le
amministrazioni pubbliche, hanno dedicato particolare riguardo
all’ambiente: sarà prossimo l’ avvio
di un lavoro finanziato dalla Comunità Europea, realizzato
dalla Comunità
Montana Valle Vigezzo, per recuperare
il pascolo e l’ambiente, tramite lo spietramento,
il ripristino della sentieristica, e la ricostruzione del
ponticello pedonale sul fiume.
Non e' un fatto strano, essere accolti all’ imbocco
della valle dalle sue stupende bovine di razza "Bruna",
che pascolano indisturbate sul meraviglioso tappeto verde.
L’agriturismo,aperto dal mese di giugno, al mese di
settembre, ha una capacità ricettiva di 40 posti,
e permette al turista di assaporare i piaceri della cucina
vigezzina: il formaggio ossolano, il
prosciutto tipico vigezzino, la polenta vigezzina, e specialità
locali cucinate secondo una antica tradizione gastronomica.
Sorgeranno prossimamente una palestra di roccia ed un centro
escursionistico per visite guidate nel Parco
Nazionale della Val Grande.
La Valle Loana,
ha ora tutte le opportunità per favorire il turismo,
e contribuire a valorizzare una importante area montana,
sita a pochi chilometri dai più grandi centri urbani.
Qual migliore occasione per visitar la Valle Loana.
Iniziamo il nostro cammino tenendoci sulla sinistra del
fiume quando dopo alcune centinaia di metri la verde spianata
andrà stringendosi vedremo che un sentiero si inoltra
alla nostra sinistra sulla montagna tra basse felci e un
bosco non particolarmente fitto.
Circa 1h dopo la nostra partenza e una discreta salita arriveremo
in cresta in località La
Forcola (1800 m) sotto di noi vedremo
il paese di Finero
e la Val Cannobina.
Noi proseguiamo tenendoci in costa verso destra dalla direzione
del nostro arrivo qui il dislivello sarà molto lieve
ma il sentiero molto stretto e in alcuni punti il passaggio
è aiutato da catene ancorate alla parete.
Tra alcuni Sali scendi in circa 2h dalla partenza eccoci
a Corte Chiuso
che con i suoi 1883 metri è l'alpeggio più
alto del comune ed è il più lontano dal paese
di Finero
a cui appartiene.
L'alpeggio è costituito da un'ampia stalla e da una
casera protette dalle valanghe da un dosso roccioso che
le sovrasta.
Intorno, i verdi praticelli, che un tempo alimentavano per
circa un mese fino a 40 bovine, ora sono dimora di numerose
marmotte.
Gli edifici sono stati restaurati nel 1995 da un gruppo
di giovani fineresi con il contributo del Comune di Malesco,
proprietario degli immobili.
Aggiriamo l’alpeggio e raggiungiamo il Cimone
di Cortechiuso (2183 m) che sarà
sulla sinistra del nostro sentiero, in 3h circa dalla nostra
partenza saremo finalmente in vetta.
Gli ultimi 300m di dislivello saranno assai impegnativi
ma la vista dalla cima ripagherà di ogni sforzo.
Ecco alla destra a poca distanza il "Laurasca",
ed il "Cimone di
Straolgio" , che fanno da sentinella
sul "Passo di Scaredi"
e le sue baite, ultima tappa obbligatoria e porta d’ingresso
nel Parco, dalla quale e' possibile ammirare, a partire
da destra, le seguenti cime:
II Pizzo Ragno,
il Pizzo Stagno,
il Monte Togano,
il Tignolino,
il Menta,
il Desen,
in primo piano, la Colma
di Premosello, il Proman,
i Corni di Nibbio,
ed il Pedum,
raggiungibile dalla Bocchetta
di Campo.
A far da sfondo a questo spettacolo naturale, la catena
del Monte Rosa.
Di fronte a noi si apre la Val
Pogallo e proprio la radura di Pogallo
è ben visibile in fondo alla valle.
Mentre partendo dalla nostra sinistra cima
Marsice, la Pioda,
la Zeda,
La Marona,
e diritto sullo sfondo il Lago
Maggiore e poco a destra il Lago
d’Orta.
Riprendiamo il cammino, scendiamo dalla cima e prendiamo
a sinistra sul sentiero passiamo al fianco del Lago
del Marmo e scendiamo all’alpe
Scaredi
( 1841) in circa 4h dalla partnza.
Storico alpeggio Scaredi
è facilmente raggiungibile con un largo sentiero
da Fondo Gabbi che
noi faremo al ritorno, vi è pascolo e bivacco, anche
alla luce delle recenti opere realizzate (nuovo bivacco
con fontana).
Qui in un atmosfera d’altri tempi potremo rifocillarci
e riposare.
Proseguiamo il ritorno per un largo sentiero che in poco
tempo ci porta a Corte
Nuovo (1792 m), e con un lunga discesa
alle Fornaci
circa 1300 m.
Qui si possono notare i resti delle antiche fornaci che
venivano utilizzate per la fabbricazione della calce.
Strutture di forma circolare, erano costruite in sasso a
ridosso del pendio del terreno; nel muro a valle veniva
costruita un’apertura denominata “bocca di carico”
che serviva per introdurre la legna ed il carbone da ardere.
Il calcare, ricavato nei pressi di Scaredi,
vicino al Laghetto del Marmo, veniva ridotto in piccoli
pezzi e trasportato a dorso di mulo fin qui, dove veniva
messo in queste fornaci a cuocere lentamente.
Dalla bocca di carico si inserivano il legname ed il carbone
di legna che venivano fatti ardere a temperatura costante
per circa 8 giorni.
Una persona sorvegliava giorno e notte la cottura finché
il calcare non si riduceva in materiale più tenero.
La calce bianca ottenuta veniva messa nei sacchi e a dorso
di mulo portata a valle per essere utilizzata nella fabbricazione
dei muri delle case o delle baite.
Sul posto un’insegna in legno riporta le pagine tratte
dal libro: “Malesco”
dell’insigne storico Giacomo
Pollini nelle quali è ben descritta
tale attività.
Con un ultimo sforzo eccoci di ritorno a Fondo
Gabbi fondo della Val
Loana e partenza ed arrivo della nostra
escursione.