Come
raggiungere Viganella: Con
l'autostrada Voltri-Sempione e quindi la superstrada in
direzione Domodossola, prendere l'uscita di Villadossola,
giunti sulla statale tornare a sinistra verso il centro
paese, dopo circa 400m lasciare la strada principale e seguire
la strada che sale sulla destra chiare indicazioni per la
Valle Antrona.
Circa a metà strada della Valle Antrona incontriamo
Viganella.
A Viganella
(582m), lasciamo l'auto in uno spiazzo lungo la strada e
dirigiamoci verso la chiesa che è ben visibile poco
sopra la carrozzabile, alzando lo sguardo sulla montagna
alla quale è addossato il paese possiamo già
vedere il motivo della nostra gita.
La
curiosità di vedere l'ormai famoso e pubblicizzatissimo
specchio di Viganella è la spinta che ci ha portato
in questi luoghi oggi giorno dell'epifania.
Da un idea del Sindaco Pier Franco Midali parlando
con l'architetto Giacomo Bonzani, autore della
struttura dello specchio, durante la realizzazione della
meridiana posta sulla chiesa, nasce il progetto di portare
il sole in paese anche nei mesi di assenza.
Infatti dal 11 Novembre al 2 Febbraio il sole non riesce
a raggiungere il paese perchè nascosto dalla Colma,
la montagna che fronteggia sul lato opposto del torrente
Ovesca, Viganella.
In
breve in piazza siamo nel sole riflesso anche se oggi la
giornata è un po velata.
La bella piazzetta di recente ristrutturazione e illuminata
debolmente dallo specchio che risplende lassù a poco
più di 400m di dislivello.
Dove non c'è mai stata ombra nei mesi invernali ora
c'è...
Esploriamo
il paese tra stretti vicoli e case appiccicate l'una all'altra,
purtroppo le case abbandonate sono di gran lunga superiori
a quelle abitate, quasi alla fine del borgo incappiamo in
una struttura a tre piani con logge ad arco e dall'ottimo
restauro a dir poco superba, è questa "Casa
Vanni".
Tornando
sui nostri passi di nuovo in piazza, ripenso a quanto letto
su questo paese e questa valle. Viganella
è un piccolo gruppo di case su un fazzoletto di terra
pianeggiante rivolto al sole (almeno in estate) sul lato
sinistro della valle scavata dal torrente
Ovesca.
Gli abitanti nei secoli hanno strappato con fatica angoli
di terra alle scoscese pareti montane che circondano il
piccolo ripiano che ospita il paese.
L'altitudine contenuta, 582 mslm, l'esposizione al sole
hanno favorito la coltivazione di vite, alberi da frutto,
in particolare noci e castagne, oltre a segale, miglio e
patate.
Buona importanza ha avuto la pastorizia con allevamento
di bovini, capre e pecore.
Fino alla metà del secoloXIX, questa parte della
valle era chiamata semplicemente "Mezza
Valle Antrona", molto probabilmente a causa
del fatto che la valle era suddivisa in terzieri e questa
zona era inclusa nel secondo "terzello".
Solo più recentemente appare il nome di Viganella
che deriva dal toponimo latino "Vicanalia"
ovvero territorio e pascolo dei vicini.
Mentre Antrona pare derivare da "Truna"
ovvero cava di pietra da cui "An(in)trona"
cioè "nella cava".
Nei secoli l'aumento della popolazione a fronte di un attività
agro-pastorizia sufficiente a mala pena alla sussistenza
portò inevitabilmente all'emigrazione.
La storia di Viganella
e di tutta la Valle Antrona
è legata alla capitale Oscella
e alla sua chiesa plebana.
La pieve di Oxilia era la diocesi
che raccoglieva a se tutto il territorio con la chiesa plebana
(chiesa plebana cioè a capo di altre della zona)
dei Santi Gervasio e Protasio,
ovvero il Duomo di Oxilia da
cui successivamenteDomodossola.
Nel frazionarsi dei comuni della valle, anche il territorio
di Mezzavalle sentì la necessità
di una propria parrocchia è venne scelta come sede
Viganella la frazione più popolata.
Così dal 1610 al 1618 la comunità di Mezzavalle
e in particolare quella di Viganella eresse la
chiesa dedicata a "Maria
nascente" che si festeggia l'8 settembre.
La Valle Antrona
è nota coma la valle del ferro per le sue miniere
sparse un po ovunque di cui il monte simbolo è l'Ogaggia,
dove tutt'ora sono ben visibili le gallerie dei minatori,
che estratto il ferro lo portavano nei centri della valle
dove erano posti forni e magli.
L'estrazione del ferro in valle è già documentata
nel secolo XIII , ed ebbe la sua massima spinta tra i secoli
XIV e XVI.
Dopo più di un secolo, verso la fine del '700, grazie
all'imprenditore Verbanese Pietro
Maria Ceretti, l'estrazione riprese vigore
e tornò lavoro nei centri della valle grazie anche
alla costruzione della moderna carrozzabile.
Tuttavia con l'esaurirsi dei filoni e la maggiore comodità
dei mezzi moderni che ormai avevano raggiunto il fondovalle,
l'estrazione fu abbandonata alla fine dell'800, quando ormai
le nuove industrie avevano trasformato Villadossola
in uno dei poli siderurgici più importanti d'Italia,
causando inevitabilmente la discesa a valle delle popolazioni
attirate dalla possibiltà di lavoro e dalle maggiori
comodità.
Tutto questo portò fatalmente allo spopolameto dei
paesi e alla morte delle piccole frazioni che ormai oggi
lottano senza speranza contro l'inesorabile avanzare del
bosco.
Da ricordare infine una piccola parte di estrazione dedicata
all'oro, e una parte più cospicua e redditizia alla
pietra ollare o laveggio utilizzata per ricavarne recipienti
da fuoco.
Per chi ne volesse sapere di più : - "Viganella Storia,fede,arte"
di Tulio Bertamini, Edizioni Comune di Viganella 2003. -
"Antrona Bognanco" di Paolo Crosa Lenz
e Giulio Frangioni, Edizioni Grossi Domodossola 1994.
Dopo
questo veloce volo ad uccello sulla storia di questa valle
e di questo paese, di nuovo in piazza, partiamo direzione
specchio.
Nella spiazzo di fronte alla chiesa al fianco del monumento
ai caduti, parte il sentiero indicato da cartelli gialli
e da segni bianco-rossi e giallo-rossi del CAI.
Dapprima facciamo uno slalom tra gli stretti vicoli del
paese, quindi imbocchiamo il sentiero che subito ripido
sale nel bosco.
Guadagniamo quota velocemente e dopo pochi minuti in uno
squarcio tra la vegetazione appare la chiesa e la piazza
che si va popolando.
Notevole
la vista sui vecchi tetti in sasso delle case abbandonate,
quasi appoggiate l'una all'altra come per sorreggersi dall'attacco
del tempo.
Riprendiamo a salire nel bosco sempre piegando verso sinistra
(ovest), la mancanza di neve di quest'inverno facilità
l'avvanzamento che altrimenti sarebbe difficoltoso in questa
stagione.
Raggiungiamo l'Alpe Brig
(691m)(20min).
Continuiamo
a salire su pendenze sempre considerevoli e sempre verso
ovest, per arrivare nel bosco ad un bivio con cartelli indicatori
(30min).
Noi seguiamo per l'Alpe Pianezzo in salita.
Il sentiero ripido porta in breve all'Alpe
Barco sotto (897m)(35min).
Qui
una bella baita, ha appeso al ballatoio delle canne da vento,
se passate di qui mentre c'è della brezza quindi,
nessuna paura non ci sono gli spiriti....
Siamo giunti all'altezza del sole, infatti a questa quota
il sole timidamente cerca di sbucare dalle creste della
Colma.
Continuiamo sempre su buone pendenze e aggirato un dosso
roccioso, raggiungiamo un poggio naturale dove è
posto l'arrivo della teleferica
(950m circa)(45min).
A precipizio
sul torrente Ovesca si apre un panorama considerevole sulle
cime che chiudono la Valle Antrona dalla Valle Anzasca.
Ripartiamo entrando nel bosco, in breve raggiungiamo l'Alpe
Barco (986m) (50min).
Qui
un cartello giallo indica chiaramente per l'Alpe Pianezzo
dritti in salita, proprio al fianco della baita con cartello
indicatore della quota e dell'alpeggio.
Riprendiamo il sentiero che sale ora ripido verso il crinale,
in pochi minuti arriviamo all'Alpe
Pianezzo (105om)(55/60min).
Bell'alpeggio
fuori dal bosco con bella vista sulle cime circostanti.
Qui salendo sopra l'alpeggio incontriamo Thomas,
simpatico e loquace "eremita" di origini tedesche
che vive da 20 anni in quest'alpe dove ha ristrutturato
una graziosa baita che da in affitto e vive poco distante
in due grosse strutture in fase di costruzione.
Circondato da animali, da piante e facendo i suoi prodotti
tipici, pare vivere in serenità con il mondo.
Ci indica la direzione della nostra meta e ci racconta alcuni
aneddoti sulla costruzione dello specchio e sul "vicinato"
davvero gustosi.
Ripartiamo sul vero e proprio altipiano che esce sulla destra
del nostro arrivo, tornando di nuovo verso est, mentre alle
nostre spalle ci osserva il Pizzo
del Ton.
In piano superiamo la casa di Thomas e rientriamo nel bosco,
quando intravediamo una bella baita appollaiata su un dosso,
saliamo i pochi metri e proprio sotto vediamo
lo specchio, Alpe Scagiola (1050 m) (1.10h).
"Il
progetto ha previsto l’installazione di uno specchio
piano in acciaio inossidabile lucidato meccanicamente ed
avente 8 m di larghezza per 5 in altezza, posto su un fusto
metallico ancorato al suolo mediante un piccolo manufatto
di cemento armato.
Lo specchio è motorizzato opportunamente in modo
altazimutale, così da poter seguire costantemente
il moto dell’astro e dirigere in tempo reale il raggio
riflesso nel luogo prestabilito, (parte pedonale della piazza
principale di Viganella di fronte al monumento dei Caduti,
la sede della Comunità Montana Valle Antrona ed il
portichetto della Chiesa Parrocchiale).
Mosso da un computer e da una centralina idraulica, dopo
l’escursione diurna, si riposiziona nottetempo per
ripartire il giorno dopo nella posizione prevista.
I mq illuminati sono oltre 250, con un’ellisse centrale
di circa 160mq a maggior concentrazione, pari all’50%
del sole reale.
A causa dell’ubicazione dello specchio, il rendimento
maggiore si ha nelle ore del mattino, quando il sole, lo
specchio e Viganella si trovano allineati.
Il dislivello tra lo specchio ed il centro della piazza
è di 481m , mentre la distanza inclinata è
di 874 m.
Lo specchio è azionabile in telecomando anche dal
Municipio del paese." Fonte :http://www.gimbonzani.it/curriculum/sole_riflesso.html
Dello
specchio di Viganella e del suo sole riflesso è in
preparazione un libro “La
vera storia dello Specchio di Viganella”,
da parte del architetto Giacomo Bonzani e del giornalista
de "La Prealpina" Marco De Ambrosis (mio
vecchio e caro amico) con l’uscita prevista entro
la Primavera 2007.
Facciamo la classica foto di "vetta".
Riprendiamo
la via del ritorno che avviene per lo stesso percorso di
andata, ma tornando verso l'Alpe Pianezzo vediamo venirci
incontro Thomas e alcuni suoi amici.....
Ben
10 cuccioli di quasi labrador ci "aggrediscono"
festosamente !!!
Se siete
interessati ad adottarli contattateci a : trekking-bike@scioccoblocco.com
Thomas e la sua banda ci accompagnano all'uscita dell'alpeggio,
il nostro nuovo amico ci racconta di un suo sogno, cioè
trasformare il suo eremo in aula didattica a cielo aperto
per i bambini dell'elementari, noi possiamo solo fargli
i nostri migliori auguri !!
A ritroso sul percorso dell'andata torniamo a Viganella
dopo (2.00h/2.10h).
Bella gita alla portata di tutti anche se su sentiero costantemente
ripido, che porta a vedere alpeggi sconosciuti ai più
e al cospetto dello specchio, manufatto dal contenuto altamente
tecnico ma nato da cuore e fantasia.
Grazie
agli escursionisti di giornata Francesco, Fabrizio e Dario.