Cima
Verosso
Cima Mattaroni-Cima del Tirone
Bocchetta di Gattascosa-Bocchetta di Mezzo-
Lago e Passo Monscera- Lago di Ragozza.
Periodo
consigliato :
da aprile a ottobre
Attrezzatura
: comode scarpe da montagna e abbigliamento
sportivo
Tempo
di percorrenza :
5.30h/6.00h di passo calmo e senza considerare le soste
Dislivello
: Totale 1886m (salita e discesa) ---
Alpe S.Bernardo-Lago di Ragozza +330m --- Lago di Ragozza-Rifugio
Gattascosa +35m --- Rifugio Gattascosa - Bocchetta di
Gattascosa +165m --- Bocchetta di Gattascosa - Cima Verosso
+286m --- Cima Verosso - Bocchetta di Gattascosa -286m
--- Bocchetta di Gattascosa - Cima Mattaroni +77m ---
Cima Mattaroni - Cima del Tirone -32m --- Cima del Tirone
- Passo Monscera -100m --- Passo Monscera - Lago Monscera
-31m --- Lago Monscera - Alpe Monscera -101 m --- Alpe
Monscera - Alpe Arza -217m --- Alpe Arza - Alpe S.Bernardo
-126m.
Strutture
: Rifugio Gattascosa, gestito con 25 posti
letto, tel. 0324/44804, abitazione 0324/24233, Rifugio
Il Dosso, Alpe Arza, gestito con 6 stanze e 16 posti letto
tel.+39 0324 234186, Telefono custode +39 337 7910581.
Come
Raggiungere l'Alpe San Bernardo: Da Verbania
seguire le indicazioni per Gravellona Toce, quindi imboccare
la superstrada in direzione Sempione-Domodossola, uscire
allo svincolo per Domodossola e alla statale prendere
a destra.
Alla prima rotonda passiamo sotto il cavalcavia ferroviario
e subito dopo, alla seconda, prendiamo a sinistra chiare
indicazioni per la Val Bognanco, proseguiamo sino ad incontrare
una strada che taglia in perpendicolo quella percorsa
e svoltiamo a sinistra.
Siamo ora sulla strada della Val Bognanco teniamo sempre
la carreggiata principale, superiamo Bognanco e dopo alcuni
chilometri di strada stretta e tortuosa arriviamo all'Alpe
San Bernardo.
Alla fine dell'asfalto imbocchiamo una sterrata sulla
sinistra in poche decine di metri saremo ad un comodo
parcheggio .
Qui
all'Alpe San Bernardo (1628m),
alla sinistra del parcheggio parte un largo sentiero indicato
dai cartelli con il codice (D0) e dai colori bianco-rosso
del CAI, per il Lago di Ragozza e il Rifugio Gattascosa,
che toccheremo nel tragitto scelto per raggiungere la
meta odierna, la Cima Verosso.
In questa giornata incerta di fine agosto, dove grossi
nuvoloni grigi lasciano solo qua e la spazio a squarci
d'azzurro, soprattutto verso la Svizzera, io e Lella ci
apprestiamo alla nostra prima escursione insieme.
Raggiunta la vetta odierna ci prefissiamo di compiere
un giro quasi ad anello, percorrendo le creste che fanno
da confine tra Italia e Svizzera e tornare dal lato opposto
della valle.
Vedremo se le gambe saranno d'accordo.
All'interno
di un bosco l'ampia mulattiera sale dolcemente, dopo circa
10min arriviamo ad un bivio, seguiamo la traccia che sale
ora più accentuatamente sulla destra, perchè
quella sulla sinistra ci porterebbe in pochi minuti al
piccolo
Lago d'Arza
(1742m), di 1500mq e una cinquantina di centimetri di
profondità, circondato da torbiere.
Deviazione che comunque ci farebbe perdere poco tempo.
Saliamo ora un poco più decisamente sempre all'interno
di un bosco dominato dai larici, al margine di un piccolo
ruscello che in alcuni punti attraverseremo con l'aiuto
di alcuni ponticelli di tronchi.
Quando il sentiero spiana, sbuchiamo dalla vegetazione
in una larga radura.
E'
questa la Torbiera di Gattascosa
(1831m) (35/45min).
La
Torbiera è solcata da numerosi rigagnoli e dal
ruscello, popolato da numerosi salmerini, che
abbiamo già costeggiato più in basso.
La vista è notevole, le cime della Val
Bognanco
ci circondano, la Cima Verosso nostra
meta è li ad attenderci alla
nostra sinistra, sulla destra domina il profilo severo
del Pizzo
Pioltone da noi salito.
Attraversiamo il pianoro, il sentiero sempre molto evidente
si impenna sulla sinistra, tra un rado bosco di larici,
tuttavia lo sforzo è breve e approdiamo al Lago
di Ragozza(1958m)
(45/55min).
Possiamo
notare l'immensa frana scesa dallaCima di Verrosso, che ha
occluso l'uscita del lago che formava il bacino sottostante
oggi solo torbiera.
Questo lago immerso in un ambiente stupendo, ha una superficie
di 10.000mq e una profondità di 3,5m, è
circondato da larici e da una infinità di rododendri
e cespugli di mirtilli.
Posto incantevole in qualsiasi stagione lo si raggiunga,
sia nei colori intensi di primavera-estate, che nei colori
fiammeggianti d'autunno o nel bianco incontaminato dell'inverno.
Prendiamo il sentiero che sale al margine destro del lago
e ci apparirà il Rifugio
Gattascosa (1993m)
(50min/1.00h) che raggiungiamo in pochi minuti.
Il
Rifugio Gattascosa
dispone di 25 posti letto è gestito e può
essere un ottimo punto d'appoggio sia per mangiare nelle
gite di un giorno, sia per pernottare qualche giorno usandolo
come punto di partenza per il trekking dei laghi della
Val Bognanco.
Caratteristico il modo di accatastare la legna tagliata
in piccoli pezzi disposti a forma di panettone che ricorda
le vecchie carbonaie.
All'ingresso del rifugio sulla sinistra si stacca in salita
un sentierino evidente, che costeggiando per qualche metro
le canalizzazioni in legno che portano l'acqua al rifugio,
si inerpica dritto per la piccola valletta.
In pochi minuti arriviamo ad un pianoro erboso, e davanti
a noi si staglia l'imponente parete detritica della Cima
Verosso, mentre sulla sinistra riappare in parte giù
in basso il lago di Ragozza.
Il sentiero piega a destra e riprende a salire in direzione
della sella ben evidente, ma sorpresa l'ultimo tratto
è ancora ricoperto da un abbondante nevaio, che
ormai per quest'anno ha deciso di trattenersi in attesa
delle prossime nevi...
Tuttavia
la neve è compatta e portante, quindi in diagonale
e scalinando un poco il percorso con gli scarponi, superiamo
agevolmente queste poche decine di metri, aggirando poi sulla
destra grossi detriti morenici, approdiamo alla Bocchetta
di Gattascosa (2158m)(1.30h/1.40h) nota anche
come il Passo di Ragozza.
Qui lo scenario cambia di nuovo, verso la Svizzera il cielo
è sereno e di fronte a noi si apre una vallata verde
e ricca di laghetti, uno dei quali è solo pochi metri
più avanti sulla sinistra.
La vetta è lassù a sinistra che ci attende,
infatti appena giunti in bocchetta o anche poco prima pieghiamo
appunto a sinistra prendendo a salire in direttissima verso
il filo di cresta.
Il sentiero non è più evidente, ma non importa
teniamoci sempre sulla sinistra nel versante Bognanchese,
troveremo certamente dopo qualche decina di metri di dislivello
ometti segnalatori e traccie di sentiero.
La salita si fa ora dura, tra gli sfasciumi della martoriata
parete Nord e qualche centimetro quadrato di magri prati,
saliamo zigzagando, con lo sguardo rivolto all'insù
sempre alla ricerca del prossimo omino segnavia.
In un momento di pausa voltandoci indietro, possiamo cogliere
l'occasione per ammirare la bellissima e poco conosciuta
valle dello Zwischbergen e i
laghetti Tschawinersee, che
si aprono aldilà della Bocchetta di Gattascosa dove
corre il confine Italo-Svizzero.
Questa valle nasce a Gondo, il
primo paese dopo il confine entrando in Svizzera dal Canton
Vallese verso il Passo del Sempione, per terminare appoggiando
la propria testata alla parete Nord del Pizzo Andolla.
Raggiunta la cresta, che con sorpresa dal lato opposto degrada
dolcemente quasi in un altipiano erboso, pieghiamo decisamente
a sinistra, restando sempre in bilico sullo strapiombante
lato Bognanchino che precipita nel sottostante lago.
In breve, superati un paio di avvallamenti, la traccia piega
a destra e finalmente appare la sassosa e ampia vetta di Cima
Verosso(2444m)(2.30h/2.45h).
Il
cielo purtroppo si va coprendo, ma il panorama seppur limitato
resta notevole, sulla Val Bognanco
sotto di noi a Nord, la Val
d'Ossola verso Est, la
Val Antrona verso Sud e lo svizzero Vallese
verso Ovest.
Sulla vetta è posta una piccola croce posta in memoria
di Giovanni Sala da parte di alcuni amici della Val Bognanco,
e un grosso omino di vetta dove è incastonata una scatola
metallica contenente il libro di vetta.
Finalmente ci riposiamo e rifociliamo, mentre ci raggiunge
dal versante svizzero un signore visto al parcheggio la mattina,
accompagnato dal simpaticissimo e affamatissimo Apache.
Scattate le foto di rito e più riposati decidiamo di
scendere, visto il tempo sempre grigio e incerto.
Torniamo sui nostri passi, ripercorrendo in discesa il tragitto
compiuto per arrivare in vetta, prestando attenzione al terreno
franoso e molto inclinato che potrebbe riservare qualche brutto
scivolone, per tornare alla Bocchetta
di Gattascosa(2158m) dopo (3.15h/3.30h).
A questo punto dopo un rapido consulto, decidiamo che le gambe
hanno ancora un po di energia e di proseguire per il nostro
giro quasi ad anello, eccezione fatta per il tratto terminale
di Cima Verosso che abbiamo percorso sia all'andata che al
ritorno.
Di fronte a noi, oppure alla destra rispetto all'arrivo in
bocchetta del mattino, si alza una motta ripida ed erbosa
oggi popolata da una nutrita colonia bovina, questa non è
altro che la cresta che a cavallo del confine Italo-Svizzero
ci porta toccando due cime minori al Passo di Monscera.
Saliamo subito in direttissima tra cespugli di mirtilli, che
Lella provvede a raccogliere gustandone parte già in
loco, incontriamo subito la traccia che sale dalla sinistra
e che in breve ci conduce in cresta e all'omino di Cima
Mattaroni(2235m)(3.30h/3.45h).
Voltandoci
indietro possiamo vedere la Cima
Verosso e la sua cresta brulla e detritica,
appena percorsa per raggiungere la vetta.
Di fronte a noi, in direzione opposta ci attende una facile
cresta pressoche in falsopiano, coperta da un tappeto di cespugli
di mirtilli e rododendri e da rari e contorti larici martoriati
dal vento.
Proseguiamo in un piacevole sali-scendi in bilico tra due
stati, passando la parte centrale detta Bocchetta di Mezzo,
per raggiungere l'omino della Cima
del Tirone(2203m)(4.00h/4.15h).
Verso
Est si apre mirabile la Val
Bognanco, chiusa a sinistra dalla cresta che
scende dal vicino Pizzo
Pioltone, e a destra dalla cresta che
scende dalla Cima Verosso
appena salita, per confluire la giù in fondo nella
Val d'Ossola.
Iniziamo ora la discesa verso il ben visibile sottostante
Passo Monscera
(2103m) che raggiungiamo in breve(4.15h/4.30h).
Dove è posto il cippo che delimita il confine e alcuni
cartelli indicatori dei sentieri, luogo sempre molto panoramico
che tuttavia oggi ci preclude la vista sui vicini 4000m del
Vallese, causa cielo coperto.
In pochi minuti scendiamo veloci al vicinissimo Lago
di Monscera (2072m) (4.20h/4.35h).
Proprio
sotto la sella del Passo è posto il Lago
di Monscera,collocato nel più alto
dei terrazzi naturali della valle glaciale del Rio
Rasiga, questo laghetto occupa attualmente
una superfice di 5600mq con una profondità massima
di 4,5m, circondato da bassa vegetazione perchè posto
sul limite altimetrico della vita arborea è comunque
circondato da rari larici e popolato da anfibi.
Alcuni resti di canalizzazioni testimoniano un passato sfruttamento
per l'irrigazione, oggi adibita solo a pascolo.
Nell'occasione si presenta con un livello d'acqua abbastanza
basso, mostrando così ampiamente le proprie sponde.
Proseguiamo percorrendo il sentiero che lascia il lago alla
nostra destra, e che in breve si trasforma in ampia mulattiera,
scendendo tra i prati a raggiungere l'Alpe
Monscera(1978m)(4.35h/4.50h).
Alpeggio
ancora caricato da bovini, capre, cavalli e asinelli con i
quali stringiamo "amicizia", e dove ancora si producono
specialità nostrane.
Riprendiamo a scendere ora su un ampia gippabile, attraversiamo
un piccolo ruscello e quindi ci immergiamo nel bosco per affrontare
un altro "guado" sul torrente che scende dal Lago
d'Agaro.
La gippabile diventa ora asfaltata e scende ripida nel fitto
della vegetazione, superiamo sulla sinistra la deviazione
per i Laghi del Paione e poco
dopo siamo all'Alpe Arza
(1754m) (5.00h/5.25h).
Qui
all'Alpe Arza
è situato il nuovissimo Rifugio
"Il Dosso",
gestito con 6 stanze e 16 posti letto, facilmente raggiungibile
a piedi da San Bernardo, ma anche in auto con permesso rilasciato
dal comune.
Dove alcuni avventori si dilettano nel tradizionale gioco
del lancio della moneta nella bocca della rana.
Riprendiamo a scendere, ormai la stanchezza avanza, con ripidi
tornanti la strada scende rapida ad attraversare il ponte
sul Rio Rasiga,
per poi in leggera ascesa tornare all'Alpe
San Bernardo (1628m) (5.30h/6.00h) partenza
e arrivo della nostra escursione.
Escursione molto bella perchè condotta spesso sul filo
di cresta in bilico tra Italia e Svizzera, che porta a percorrere
entrambi i lati dell'alta Val Bognanco, e che tempo permettendo
regala panorami notevoli, consigliata a chi possiede un discreto
allenamento per il dislivello e il tempo di percorrenza impegnativi.
Grazie
agli escursionisti di giornata Lella e Dario.