Attrezzatura
: Comode scarpe da montagna, ciaspole, bastoni e abbigliamento sportivo.
Tempo
di percorrenza : 1.45h/2.00h di passo calmo
e senza considerare le soste.
Dislivello
: Totale 592m (salita e discesa) --- Colle-Mt. Spalavera+296m --- Mt. Spalavera - Colle-296m.
Strutture
: A Manegra ristorante albergo La Dislocanda.
Come
raggiungere il parcheggio di Colle : Con
l'autostrada Voltri-Sempione , uscire a Gravellona svincolo per Verbania, raggiungere Verbania-Intra.
A Intra raggiungere la rotonda di c.so Cairoli vicino al distributore Carrefour, quindi seguire a destra per il ponte sul torrente S.Giovanni.
Alla piccola rotonda salire a destra e seguire la lunga provinciale che prima conduce a Premeno e, percorrendo la tourtuosa e panoramica strada che porta al centro Auxologico di Pian Cavallo, giunge al valico de Il Colle (1238 m).
Giunti a Colle (1238m) troviamo una bella piazzetta di recente edificazione ed un comodo parcheggio proprio nei pressi di un cippo commemorativo, notiamo sulla sinistra la strada che conduce ad Archia e sulla destra quella che scende a Trarego.
La poca neve caduta la settimana precedente, resiste a fatica dopo gli ultimi giorni di vento caldo, ma noi facciamo ugualmente la prima uscita con le ciaspole.
Tra i due edifici poco sopra, parte la strada militare "Strada Cadorna" per il monte Spalavera, che vediamo già alzando lo sguardo, infatti sul muro di cinta del rifugio campeggia un enorme scritta "SPALAVERA" con tanto di freccia direzionale.
Saliamo la piccola scalinata ricoperta di neve, al centro della piazza, dietro la tettoia con pannelli storico-geografici, ed iniziamo a salire sulla sinistra, passiamo tra i due edifici e noteremo subito un bivio, noi proseguiamo dritti sulla "strada", mentre torneremo dal sentiero che lasciamo sulla destra.
Oggi ci proponiamo un piccolo giro ad anello, salendo dalla strada militare e scendendo in direttissima nel bosco.
Dopo circa 5 minuti incontriamo una casa privata sulla nostra destra.
Continuiamo a salire su comoda strada, in salita non impegnativa nel bosco, oggi la giornata è bella e abbastanza calda ed è un piacere ritornare a camminare dopo un po di tempo.
Per evitare scivolate indossiamo le ciaspole anche se la neve è molto scarsa.
Dopo circa 15 minuti incontriamo una fontana addossata ad una costruzione, presumibilmente per la presa dell'acqua visto il passaggio di un ruscello.
Proseguiamo sull'ampia stradacoperta di neve ultra battuta dal passaggio di altri escursionisti, e dopo qualche minuto incontriamo un altra fontana, nei pressi di un altra costruzione un poco più piccola sempre nei pressi di un rigagnolo.
Continuiamo a salire ormai fuori dal bosco, la neve resta poca, ma alla nostra sinistra possiamo già ammirare una notevole vista.
Infatti appare giù in fondo al centro il Lago Maggiore oggi velato di foschia e più vicino a noi la striscia disboscata degli impianti sciistici di Pian di Sole e poco a destra il Monte Cimolo, sulla sinistra ad un passo gli ex impianti di Pian Cavallo, mentre la al centro il Mottarone e sulla destra in fondo sua Maestà il Monte Rosa .
La strada militare prosegue ampia e ben visibile anche con questa poca neve che la ricopre.
Con il nome di "Linea Cadorna" si intende il sistema di fortificazioni militari costruito durante la Prima Guerra Mondiale tra il Lago Maggiore e il Monte Massone. Le fortificazioni comprendono un fìtto reticolo di mulattiere militari, trincee, postazioni d'artiglieria, luoghi di avvistamento, ospedaletti e strutture logistiche, centri di comando.
Furono volute dal generale Luigi Cadorna di Pallanza, capo di stato maggiore dell'esercito italiano, per difendere il confine da un ipotizzato attacco austro-tedesco attraverso la Svizzera mai avvenuto.
Esse coprono, nella logica della "guerra di posizione", un dislivello di 2.000 m tra la piana del Toce e il Monte Massone e fra il Lago Maggiore (Carmine inferiore) e il Monte Zeda e proseguono nelle Alpi centrali fino alle Orobie.
Tra l'Ossola e la Valtellina furono costruiti 72 km di trincee, 88 postazioni di artiglierie di cui 11 in caverna, 296 km di strade carrozzabili, 398 km di mulattiere.
I lavori costarono più di 100 milioni di lire del tempo e impiegarono oltre 15.000 operai.
In un'economia di guerra, i lavori ebbero un impatto positivo per le popolazioni locali in quanto offrirono lavoro retribuito a muratori e scalpellini e costituirono una prima occasione di lavoro salariato per la manodopera femminile impegnata nel trasporto dei viveri alle squadre in montagna.
Un "sentiero storico", attrezzato con pannelli esplicativi per visite didattiche, è stato allestito tra la Punta di Migiandone e il Forte di Bara.
Altri tratti visitabili sono la mulattiera nord del Montorfano e le alture del Verbano (Passo Folungo, Morissolo, Monte Carza.
La strada militare dopo circa 30 minuti, con un largo tornante inverte la direzione da Ovest a Est ed inizia a salire diagonalmente tra i pratoni ora più innevati, la parte sommitale della montagna.
Le pendenze restano costanti ed abbordabili, dopo circa 5/10 minuti arriviamo ad un altro tornante dove sulla destra notiamo un cartello giallo con indicazione "Colle", noi proseguiamo sulla strada che piega a sinistra ora in direzione nord.
In realtà, una traccia di predecessori punta diretta verso la croce e decidiamo di seguirla lasciando la strada che prosegue meno ripida sulla sinistra
.
La neve qui è un poco più alta, e al sole odierno sta mollando, quindi si fatica di più tra pendenze impegnative e neve molle.
La croce è li a pochi metri, che percorriamo con ultimo sforzo, ma alla fine ecco il Monte Spalavera (1538m)(45min/1h).
Il primo sguardo va verso nord e il lago Maggiore "Svizzero", da questo lato il cielo è terso e il panorama anche sulle alpi è magnifico.
Verso Est, ovvero Cannero dominato dal Morissolo, i suoi castelli e Luino di fronte.
Verso Sud, il lago Maggiore è velato di foschia, ma lo scenario è magico di vette cha affiorano tra le nebbie, in primo piano si vedono bene Pian di Sole il monte Cimolo e di la del lago il Mottarone.
Verso Ovest, un bellissimo panorama sul Monte Rosa, la Zeda, la Marona e la Val Grande.
Affascinati da questo bellissimo panorama a 360° facciamo un breve filmato.
Scatto la classica foto di "vetta", sferzato dal vento freddo.
Veramente superbo, ma il venticello si fa fresco e fatto uno spuntino è il momento di scendere, il ritorno lo faremo in direttissima nel bosco.
Prendiamo a scendere sulla traccia diretta del nostro arrivo in direzione del bosco qualche decina di metri sotto di noi verso Sud.
I primi metri sono difficoltosi per la presenza di neve molle non portante, poi velocemente dopo 10 minuti arriviamo al tornante con cartello indicatore giallo per "Colle" visto salendo.
Entriamo nel bosco seguendo qua e la i segni bianco-rosso del C.A.I. e una traccia nella neve , teniamoci tendenzialmente sul limite destro del bosco senza farci attrarre dalla valle che scende a sinistra.
Prestando attenzione a non scivolare, perdiamo velocemente quota per sbucare nei pressi delle due costruzioni viste alla partenza e quindi in breve alla piazzetta di Colle(1238m)(1.30/2.00h).
Escursione semplice e alla portata di tutti, che tuttavia regala panorami straordinariamente appaganti.