La
sicurezza in montagna
Nelle attività che si svolgono in montagna, frequentemente
è la capacità di riconoscere e prevedere il
pericolo ciò che manca.
Gli incidenti in ambiente montano riguardano per la maggior
parte gli escursionisti meno esperti, perché non
sono consapevoli delle difficoltà che presenta l'itinerario
scelto, perché non sono preparati a repentini cambiamenti
delle condizioni atmosferiche, cosa comune in montagna,
perchè semplicemente non hanno un adeguato equipaggiamento.
Iniziamo quindi dalle piccole cose.
Un minimo di effetti personali bisogna sempre averli al
seguito, anche per le passeggiate di un paio d'ore.
Lo zaino :
Come orientarsi tra la miriade di proposte ?
Per le gite in giornata (anche se di poche ore),
lo zaino più versatile ha una capienza di 30, al
massimo 40 litri.
Per un trekking andiamo su zaini da 55-60 litri.
E' sbagliato credere che prendendo uno zaino grande si adatterà
a tutte le occasioni, perché uno zaino praticamente
vuoto è scomodo da portare, il peso rimane tutto
nella zona lombare procurando fastidi alla schiena.
Poi vi sono zaini già creati per adattarsi meglio
alle donne o agli uomini.
Importante provare uno zaino con qualche cosa di pesante
all'interno per rendersi conto se il modello fa per noi,
solo così possiamo vedere se gli spallacci sono comodi
e imbottiti e se il peso è ben distribuito.
Cos'è
necessario portare con noi:
Per riempire un pò il nostro
zaino ( anche se di solito si pensa a cosa si può
lasciare a casa...).
Anche per gite brevi, mettiamo nello zaino qualche cosa
da mangiare e, soprattutto, da bere.
Al posto delle borracce, vanno benissimo le bottigliette
d'acqua di plastica già usate.
Da evitare le bibite gasate, gonfiano e soprattutto non
dissetano.
Integratori salini di vario genere e gusto vanno sempre
bene.
L'alimentazione:
Difficile dare consigli se non quello
di evitare cibi troppo salati , e soprattutto poco digeribili.
Ognuno di noi conosce i propri limiti alimentari ed i problemi
legati alla digestione.
Una tavoletta di cioccolato, può risolvere, soprattutto
verso la fine della fatica gli zuccheri vengono assimilati
subito, ed utilizzati immediatamente dall'organismo, gli
zuccheri complessi, ovvero carboidrati, pane e pasta, sono
più adatti agli sforzi prolungati.
La frutta secca è ricca di potassio ed aiuta a prevenire
i crampi.
L'abbigliamento:
Deve essere appropriato, nell'arco
della giornata possono cambiare tante cose, anche solo perché
il percorso si sviluppa su più versanti, ad un tratto
esposto al sole ne segue un altro in cui il vento o la stessa
ombra determinano sensazione di freddo.
Il consiglio è vestirsi a cipolla cioè e strati,
per vestirsi o spogliarsi a seconda delle condizioni meteo
che, possono cambiare in fretta.
Molto dipende, dalle quote che raggiungiamo, in teoria al
salire di 1000 m corrisponde una diminuzione della temperatura
di circa 6°, o dalle condizioni meteo il vento fa calare
la temperatura corporea.
In commercio ormai si trovano vari tessuti che permettono
una corretta traspirazione della pelle e che asciugano in
poco tempo: capilene, pile, wind stopper, goretex .
Sconsigliati i jeans, perchè non respingono il vento,
non trattengono la temperatura corporea, con pioggia o neve
sono lentissimi ad asciugare.
Portatevi guanti e cappello, la testa è quella che
disperde più calore, un poncho, di quelli larghi
che coprono anche lo zaino, e un ricambio, calze, pantaloni
e maglietta, da lasciare in macchina o, in caso di trekking,
da tenere nello zaino.
E'
consigliabile tenere gli indumenti in un sacchetto di plastica
per proteggerli da eventuali acquazzoni.
Non dimentichiamo comunque una buona giacca, piumino o giacca
in goretex, che ci ripari dal vento o dall'umido, gli indumenti
in gore-tex proteggono dal vento ma non dal freddo, il buon
vecchio maglione è sempre il migliore in questi casi.
Il
fischietto:
Può capitare di trovarsi improvvisamente
in mezzo alla nebbia, perdendo di vista i compagni di gita,
gridare aiuto a squarcia gola affatica ed il fiato a disposizione
si esaurisce in fretta.
Segnalare la propria posizione utilizzando un fischietto,
oltre a permettere di farci udire a distanze maggiori, è
sicuramente meno stancante.
Mini pronto soccorso:
Qualche cerotto, compresi quelli per le vesciche ai piedi,
e qualche goccia di disinfettante non sono certo di troppo.
Usare piccole boccette per modiche quantità di disinfettante,
e fazzoletti e bandane come bende, senza portarsi tutto
l'armadietto delle medicine.
Un
piccolo coltellino
e
una torcia e lo zaino è
fatto.
Quale
sarà la nostra gita:,
Tenendo ben presenti due concetti fondamentali, difficoltà
e lunghezza dell'itinerario.
La difficoltà deve essere in funzione di quelle che
sono le nostre capacità tecniche e la nostra esperienza
la lunghezza in funzione delle nostre condizioni fisiche
e dell'allenamento.
La gita va scelta in funzione delle capacità del
più debole della compagnia e dovrà essere
lui a segnare il passo!
Generalmente, nei cartelli che si trovano sui sentieri o
nella descrizione della gita riportata sulle guide, è
indicata la lunghezza del percorso espressa in ore di cammino
o in metri di dislivello (i cartelli sono sempre abbondanti
nei tempi).
Per convenzione, la media di percorrenza è di 350
m di dislivello in un'ora di cammino in salita, mentre la
metà del tempo per l'identico tragitto in discesa.
Se i cartelli per la gita prevedono 2 ore di cammino, si
intende l'andata e quindi calcolate bene le forze per affrontare
il ritorno senza sofferenze.
Attenzione, poi, alla stagione in cui ci troviamo, in estate,
avendo a disposizione più ore di luce, possiamo anche
permetterci gite più lunghe o qualche momento di
sosta in più rispetto ad altri periodi dell'anno.
Difficoltà:
Il discorso non è così
semplice, è vero che in tutte le descrizioni è
indicato con delle sigle convenzionali (T, E, EE), se il
percorso è classificato Turistico, per Escursionisti
od Escursionisti Esperti (classificazioni),
ma è altrettanto vero che molto dipende anche da
molti altri fattori.
Classificazione:
Per un percorso potrebbe essere riferita
alla bella stagione, in inverno o ad inizio primavera potremmo
trovare dei tratti coperti da ghiaccio o neve alta che ne
pregiudica la fattibilità o determinando comunque
situazioni di pericolo.
Oppure alcune piccole rocce, normalmente innocue, in caso
di pioggia possono risultare particolarmente scivolose.
Raccogliamo più informazioni possibili sulla gita
scelta, siti internet, amici che hanno già frequentato
la zona, gestori di rifugi.
Questi ultimi, insieme alle guide alpine, sono in grado
di dare le indicazioni più aggiornate riguardo le
condizioni del sentiero e la fattibilità del percorso.
Le fonti sono ormai molteplici, le guide escursionistiche,
oltre alla descrizione completa dell'itinerario, indicano,
difficoltà, dislivello, periodo consigliato, attrezzatura
necessaria.
Orientamento:
Procuriamoci una carta dei sentieri
della zona ( scala 1:25.000 / 1:30.000 sono
le più idicate), non è poi così difficile
riuscire ad interpretarla.
"Preparate" la vostra
gita, è un divertente esercizio per conoscere
a tavolino la zona ed è il primo approccio all'orientamento.
Prima di partire leggete la descrizione della gita seguendo
l'itinerario segnato sulla carta, notando il versante cui
è esposto e la direzione seguita ( nord, sud, ecc...),
prendete come riferimento i monti più vicini indicati
sulla mappa, e se avete voglia annotate le vostre osservazioni
su un foglio.
Durante la gita confrontate ciò che vi circonda con
i vostri appunti, facendo riferimento alle montagne che
vi circondano, i fiumi che attraversate, gli alpeggi passati
o visti in lontananza.
Un gioco, che permette di conoscere i simboli utilizzati
nelle cartine, e gita dopo gita saprete prevedere ciò
che vi aspetta, soprattutto saprete perfettamente dove vi
trovate, così da calcolare i tempi di marcia che
vi aspettano prima della meta.
Sapere se è più saggio fermarsi in un rifugio
o accelerate per tornare alla base, possono dimostrarsi
decisioni a volte importanti da prendere con lucidità
e serenità.
Ultimi
consigli:
In corrispondenza dei bivi, fotografate,
nella mente, il paesaggio, i riferimenti che avete a disposizione,
perché quello che vi apparirà alla vista sulla
strada del ritorno potrà essere molto differente
da ciò che avete osservato all'andata.
Focalizzate un albero dalla forma particolare o un masso.
Con tutti questi consigli, qualcuno penserà che forse
è meglio restare a casa.
Non è così !
Lo scopo è solo quello di far apprezzare la montagna,
la natura, usando qualche regola fondamentale, saper vedere
i pericoli e conoscere le proprie capacità, fa si
che una bella giornata resti tale.
Perchè la montagna e la natura devono essere rispettate
e non sfidate
!!!
Buona montagna a tutti
!!!
Un
ringraziamento per le preziose informazioni a Carlo Gozzi
www.montagnapertutti.it