Corni di Nibbio
Cima Sasarut

 

 


Periodo consigliato : Da aprile a ottobre

Attrezzatura : Comode scarpe da montagna e abbigliamento sportivo

Tempo di percorrenza : 4.30h/5.00h di passo calmo e senza considerare le soste

Dislivello : Totale 1244m (salita e discesa) --- Fine carrabile-Alpe Ompio +30m --- Alpe Ompio-Alpe Casaracce + 257m --- Alpe Casaracce-Colma di Vercio +3m --- Colma di Vercio-Cima Sasarut +240m --- Cima Sasarut-Colma di Vercio -240m --- Colma di Vercio-Monte Faiè +102m --- Monte Faie-Alpe Ompio -362m --- Alpe Ompio-Fine carrabile -30m.

Strutture : Rifugio A. Fantoli località Alpe Ompio (Gestito), CAI Pallanza tel. 330/206003

Come raggiungere l'Alpe Ompio: Da Intra seguire le indicazioni per Trobaso quindi per San Bernardino Verbano, superato il ponte sul S.Bernardino svoltare a destra per Santino, giunti in piazza seguire il vicolo che dal piccolo parcheggio svolta a sinistra, dopo le prime rampe andare diritti al bivio, a sinistra si entra nel paese di Bieno, qui inizia la salita di circa 7km che ci porterà in località Alpe Ompio.
Per chi arrivasse dall'autostrada, all'uscita di Gravellona Toce prendere lo svincolo per Verbania, seguire la statale sino a Fondotoce, dopo la rotonda direzione Pallanza, svoltare subito a sinistra, risaliamo fino a Bieno e scendiamo fino al bivio per Santino, quindi prendiamo a sinistra e seguiamo l'itinerario già descritto sopra.

 

Questa recensione ricalca nella prima parte quella al Monte Faiè che trovate in questa sezione (recensione Monte Faiè).
Giornata torrida e con una bassa cappa di umidità che preclude la mirabile vista che si gode dalle guglie dei Corni di Nibbio.
Lasciata la macchina alla fine della carrabile, parte un largo sentiero (960m) al fianco del consueto cartello del Parco Nazionale Val Grande.

In parte sterrata e in parte pavimentata con ciottoli, la strada agricola sale rapidamente al margine di un bosco, alla nostra destra possiamo già scorgere ben delineate le creste che dividono la Val Pogallo dalla Vall'Intrasca e Val Cannobina, in breve (10 minuti) siamo all'Ape Ompio (990m).

L'Alpe Ompio, caratterizzato per il rifugio gestito A. Fantoli del CAI Pallanza (per informazioni tel. 330/206003), è costituito da un buon numero di baite ancora ben conservate.
Qui potremmo rifocillarci al ritorno.
Proprio dietro il rifugio parte il sentiero per la nostra meta, attraversa subito un gruppo di case in fantastica posizione panoramica sul lago, quindi riprende a salire diagonalmente immersi tra i castagni, raggiungendo in poco tempo (20/30 min) una sella (con una grande croce sulla destra) sul costolone che divide Ompio dalla Val Grande.
Qui il sentiero si divide, dritti si va a Corte Bue, noi svoltiamo a sinistra e iniziamo a salire nella faggeta.
Dove il pendio si alza sotto i piedi, il percorso sempre ben segnalato dai colori bianco-rosso del CAI, e da cippi e leggii, diventa più impegnativo.
Seguendo tracce tra bosco e terreno aperto, circa a tre quarti della ripida ascesa ci taglia orizzontalmente la strada un sentiero dove è posizionata anche una bacheca.
Imbocchiamolo quindi verso destra in piano, abbandonando la salita che in breve ci porterebbe alla vetta del Monte faiè, che raggiungeremo al ritorno su altro sentiero.
Quindi in falsopiano sul versante della Val Grande raggiungiamo l'Alpe Casaracce 1247m (45/55min).

Questo alpeggio è posto su di un dosso in fantastica posizione panoramica su la Val Grande che si apre da nord a sud sotto di esso.
Lo sguardo può spaziare dal selvaggio Pedum fino a Velina e dietro sullo sfondo le creste che dividono la Val Pogallo dalla Val Cannobina con la Zeda a farla da padrone.
Sopra le baite il sentiero prosegue sempre in falsopiano addentrandosi nella valle, poi in facile ascesa tra i faggi arriviamo alla Colma di Vercio 1250m (1.15/1.30h).

D'ora in poi l'itinerario si è pienamente convertito in (EE) e l'ascesa sia per ripidità che per passaggi un poco scabrosi è tutt'altro che semplice.
Qui vi sono i resti della teleferica che scendeva a Mergozzo, lasciamo sulla destra il sentiero che scende a Corte Buè e sulla sinistra quello che scende a Vercio, e saliamo sulla cresta di fronte a noi per poi di nuovo in piano passare i resti della grande teleferica che portava il legname da Orfalecchio a Mergozzo.
Questo mastodontico impianto che è rimasto attivo negli anni venti del secolo scorso, aveva una capacità di 12q e 150 vagoni e permise una vera e propria disboscazione dei boschi valgrandini.
Oggi pochi sono i resti di questi pesanti interventi, mentre non esistono più i fitti reticoli dei fil a sbalz che portavano dalle valli laterali il legname alle stazioni della teleferica.
Da qui il percorso diventa impegnativo e richiede attenzione, sempre sul versante valgrandino ma facendo sporadicamente capolino sulla Val d'Ossola da dove giungono i rumori della vita che scorre a fondo valle, passiamo in leggera salita alcuni picchi aggirandoli sul fianco.
Quindi saliamo tra rocce e scarso prato alla Cima di Carbunisc (1.45/2.00h).


Da qui scendiamo su di uno stretto e ripidissimo sentiero che però risulta meno impegnativo di quello che appare, di fronte a noi abbiamo già la Cima di Sasarut.
Giunti in pochi minuti all'attacco dell'ultima salita, noteremo proprio di fronte noi sopra qualche metro un segno giallo anche se un po sbiadito.
Qui, come d'altronde nella precedente, la salita necessita l'uso della mani e di molta attenzione, ma con buono sforzo e non molto tempo eccoci in vetta alla Cima Sasarut 1490m (2.15/2.30h).

Il nome di questa cima è dovuto alle caratteristiche rocce scheggiate che ricoprono la vetta e che dal toponimo dialettale discende Sasarut appunto "Sassi Rotti".
Alle nostre spalle imponente ecco Cima Corte Lorenzo, ultima vetta raggiungibile dagli escursionisti che giungono da sud su i Corni di Nibbio, che da qui sino al Lesino devono lasciare il passo ai rocciatori.


I Corni di Nibbio sono una catena montuosa che divide la Val d'Ossola ovest dalla Val Grande a est, sono montagne frequentate raramente ma che anche per questo meritano grande attenzione.
Gli ultimi tratti sono impegnativi e aerei, ma il panorama è straordinario (per noi giornata sfortunata), tutta la Val Grande si apre ai nostri piedi, con il Pedum affascinate ad un passo, verso nord proseguono i Corni di Nibbio sempre più arditi sino al Lesino, ad ovest la Val d'Ossola e il Monte Rosa così vicino e sovrano, verso sud lo sguardo si apre sul Lago Maggiore i laghi lombardi e quello d'Orta.
Torniamo sui nostri passi prestando attenzione alla discesa che è sempre più pericolosa che la salita, e percorrendo lo stesso itinerario torniamo fino alla Colma di Vercio 1250m (3.15/3.30h).
Seguiamo il sentiero con il cartello per l'Alpe Pianezze quindi il cartello per il Monte Faiè e proprio alla bocchetta noteremo che un sentiero, segnavia bianco-rosso, si inerpica sulla cresta che guarda giù verso Mergozzo.
Imbocchiamolo, lasciando sulla sinistra il sentiero fatto all'andata che scende all'Alpe Casaracce, con una ripida salita in breve eccoci alla vetta del Monte Faiè 1352m (3.45/4.00h).

Dove se avete la fortuna di una giornata limpida potrete godere di un panorama quasi pari a quello di Sasarut e Corte Lorenzo e del quale troverete come sopra detto una recensione dedicata in questa sezione (recensione Monte Faiè).
Infiliamoci nel sentiero che attraversa la faggieta e pochi minuti più in basso troveremo il sentiero percorso all'andata, continuiamo a scendere sino alla bocchetta con la croce e il bivio per Corte Buè prendiamo a destra ed in breve eccoci all'Alpe Ompio dove potremo ristorarci al rifugio.
Ancora qualche minuto sulla stradina ed eccoci di nuovo sulla strada asfaltata nei pressi dell'auto (4.30/5.00h).
Giro impegnativo sia per la lunghezza che per le difficoltà, ma che regala grandi soddisfazioni.

[HOME] [FORUM] [CHI SIAMO] [ITINERARI] [LINK] [CONTATTI] [GALLERIA]

Sito ottimizzato per una risoluzione di 800X600 e testato con Explorer 6 e Netscape 7
Copyright © 2003 ScioccoBlocco realizzato da Bilbo