Pizzo
Marona
Val Grande
Cappella Fina-Pian Cavallone-Monte Todano
Periodo
consigliato :
da maggio a ottobre
Attrezzatura
: comode scarpe da montagna e abbigliamento
sportivo
Tempo
di percorrenza :
5.30h/6.00h di passo calmo e senza considerare le soste
Dislivello
: Totale 1902 m (salita e discesa)--- Cappella
Fina-Pian Cavallone +428m --- Pian Cavallone-Monte Todano
+139m --- Monte Todano-Forcola -149m --- Forcola-Pizzo Marona
+533m
Come
Raggiungere cappella Fina: Da Intra andare
a Trobaso quindi proseguire per la strada che porta a Cambiasca,
qui seguire le chiare indicazioni per Miazzina, dopo circa
4km giunti a Miazzina attraversiamo la piazza e prendiamo
la strada che sale a destra indicazioni per Alpe Pala.
Dopo circa 1,5km arriviamo a Pala, alla nostra sinistra
si inerpica l'unica strada che prima supera il memoriale
degli alpini ed infine approda a cappella Fina dopo un paio
di chilometri, dove finisce la strada asfaltata.
Per chi arriva dall'autostrada, all'uscita di Gravellona
Toce, seguire lo svincolo per Verbania, quindi a Fondotoce
dopo la rotonda salire a sinistra per Bieno e ridiscendere
fino a Trobaso e quindi seguire l'itinerario sopra descritto.
Qui
nell'ampio parcheggio sterrato contraddistinto al centro
dalla cappella Fina
(1100m), lasciamo l'auto e imbocchiamo il largo sentiero
gippabile che parte sul fondo.
Ignoriamo
il sentiero che subito sulla destra prosegue in piano, il
quale porta alla cappella di Porta a Caprezzo, e dritti
saliamo sulla comoda strada che si immerge in un bosco.
Superiamo una cappelletta dedicata da un padre alla memoria
del figlio, quindi la deviazione per l'Alpe Cavallotti,
la strada diviene comoda mulattiera, quindi marcatissimo
sentiero, e arriviamo nei pressi di una fontana ormai fuori
dal bosco (30').
Se
il tempo vi assiste il panorama è già notevole,
Verbania
si stende sulle rive del Lago
Maggiore, il Monte
Rosso appare sulla destra e i monti lombardi
fanno da sfondo.
Per noi la giornata non è delle migliori in breve
una densa umidità coprirà totalmente la vista
sulla valle del lago.
Proseguiamo ora su battutissimo sentiero tanto che i bordi
risultano spesso 40cm più alti del centro, da far
sembrare il camminamento più una trincea che una
traccia.
Aggiriamo il Pizzo Pernice e ai margini di un fittissimo
e scuro bosco di abeti rossi arriviamo alla lunga spianata
che precede la prima meta (1.00h).
Qui troviamo chiare indicazioni di un sentiero che scende
a Cicogna .
Se a sud ormai la visibilità è nulla a nord
verso l'ossola il cielo è ancora buono e il panorama
che si apre mirabile.
Dalla
nostra sinistra, il massiccio del
Monte Rosa sgombro da nubi svetta maestoso,
più vicino a noi corre la linea di cresta dei Corni
di Nibbio che termina nel Proman,
ancora più vicina la dorsale spartiacque tra Valgrande
e Val Pogallo
con Cima Sasso
il Pedum e
la testata frontale della Laurasca
e del Cimone di Cortechiuso,
sulla destra la cresta del Monte
Zeda e del Pizzo
Marona, per finire con il Monte
Todano.
Continuiamo ora in falsopiano, superiamo prima ciò
che resta dell'antico albergo cavallone nei pressi del quale
si trova un bivacco invernale, quindi in pochi minuti eccoci
alla cappelletta del Pian
Cavallone (1528m)(1.15/1.30h).
Dritti
di fronte a noi poco più in basso vediamo il
rifugio del Pian Cavallone appena sotto la
vetta del Monte Todano.
Il
rifugio del Pian Cavallone di proprietà
del CAI Intra costruito
nel 1882 e gestito dalla Cooperativa Valgrande
è la meta più classica dell'escusionismo verbanese
per la sua facile accessibilità da molti paesi della
Valle Intrasca
come Miazzina,
Intragna, Caprezzo
e anche da Cicogna
ma con un po più di sforzo.
Testimone di questo è una foto posta su di un pannello
all'ingresso del rifugio, che ritrae centinaia di persone
che ricoprono totalmente la montagna in un escursione popolare
di inizio '900.
Il rifugio ben curato offre circa 30 posti letto, un paio
di ampie sale da pranzo, la luce elettrica a mezzo di pannello
solare e ottima cucina.
Può essere scelto come meta per merende e facile
gita o come punto di partenza per escursioni più
impegnative alle vette circostanti.
Resta aperto ogni fine settimana da aprile a ottobre e tutti
i giorni dall'ultima settimana di luglio alla fine di agosto,
apre su prenotazione e solo per gruppi in ogni periodo dell'anno.
Dietro la cappelletta partono due sentieri uno indica Cicogna
ma può essere utilzzato per raggiungere la Marona
senza salire al Monte Todano dove conduce il secondo
sentiero.
Noi saliamo la croce è ben visibile e la traccia
con una linea pressoche diretta punta alla vetta, in circa
15' eccoci sul Monte Todano
(1667m)(1.30/1.45h).
La
croce di vetta è di recente posa da parte di una
associazione donatori di sangue.
La vista si apre giù sul versante opposto, tra i
numerosi alpeggi dell'alta Valle
Intrasca che noi abbiamo percorso e descritto
in una nostra recensione.
Alla nostra sinistra si dipana la cresta che si conclude
nel Monte Zeda.
Sino a qui le difficoltà sono state di tipo (E) ma
ora si tramutano in (EE), la prudenza e l'attenzione devono
aumentare.
Scendiamo ora verso sinistra rispetto al nostro arrivo,
il percorso è sempre ben marcato dai colori bianco-rosso
del CAI, la discesa è alquanto ripida e la traccia
spesso è avvolta tra i rododendri che provvedono
a bagnarci bene scarpe e gambe, quindi muoversi con circospezione
gli scivoloni sono in agguato e sarebbe difficile fermarsi
su queste pendenze.
Arriviamo alla Forcola
(1518m)(1.45/2.00h).
In questo punto troviamo indicazioni per il sentiero che
scende a Onunchio
e poi a Piaggia
in Valle Intrasca.
Noi saliamo diagonalmente il versante est della Cima
Cugnacorta, abbandonando la cresta e restando
in pratica orograficamente in Valle
Intrasca.
Di fatto aggiriamo la Cima
Cugnacorta restando sulla destra del nostro
arrivo, e con stretti tornanti su impervi prati frequentati
da una colonia di capre, arriviamo ai piedi della Scala
Santa (2.30/2.45h).
Una
vera e propria scala gradonata con lastre di pietra e perfettamente
assicurata con paletti e catene metalliche, fa guadagnare
in breve parecchi metri di dislivello, riportandoci in cresta.
Fatti pochi metri bisogna superare un breve intaglio protetto
da catene, è questo il Passo
del Diavolo.
Alla Scala Santa
e al Passo del Diavolo
la credenza popolare associa una antica leggenda.
Un ragazzo della zona trovatosi di fronte al vuoto che gli
impediva di proseguire il cammino, fece un patto con il
diavolo, in cambio di un ponte avrebbe potuto prendersi
l'anima del primo passante.
Il ponte fu costruito, ma l'astuto giovane fece transitare
per primo il cane, facendosi beffe di Satana.
Alla nostra sinistra si apre impervia e arcigna la Val
Marona.
Proseguiamo
l'ascesa, superato il passo grazie all'aiuto di Belzebu,
saliamo per diagonali sempre poco sotto il filo di cresta
dal lato est, dopo alcuni minuti se il tempo è clemente
vediamo apparire sopra la nostra testa la cappelletta.
L'ultimo tratto come sempre è verticale e faticoso
ma in breve raggiungiamo la cappelletta
della Marona.
Luogo
affascinante e che senza le nubi basse di oggi concederebbe
una grandiosa vista sul Lago
Maggiore e la Pianura
Lombarda.
La cappelletta della Marona deve la sua costruzione alla
leggenda appena riportata ed è dedicata alla Madonna
della Brascarola, la tipica padella per
fare la caldarroste.
In pochissimi minuti raggiungiamo la vetta del Pizzo
Marona (2051m)(3.00/3.15h).
Seconda
vetta del comprensorio verbanese dopo il Monte Zeda, ma
sicuramente la più ardita per la sua forma aguzza
e per il percorso non facile.
Il ritorno avviene per lo stesso percorso, ricordando che
alla Forcola
anzichè tornare sulla vetta del Monte
Todano si può prendere il sentiero
che in falso piano sulla destra lo costeggia e che ci riporta
alla cappelletta del Pian
Cavallone.
Da qui dopo una pausa ristoratrice al Rifugio torniamo a
cappella Fina
e all' auto dopo circa 5.30/6.00 dalla partenza.
Escursione impegnativa per durata e dislivello, che richiede
un discreto allenamento e in qualche punto assenza di vertigini,
ma di grande soddisfazione.
Grazie
agli escursionisti di giornata Alberto e Dario.