Pian Cavallone
Monte Todano
- Pizzo Pernice
Monte Todun
Val Grande
(con racchette da neve)

 

 

Periodo consigliato : dipende da quando nevica

Attrezzatura : Comode scarpe da montagna, racchette da neve, ghette, bastoni, abbigliamento sportivo.

Tempo di percorrenza : 4.30h/5.00h di passo calmo e senza considerare le soste

Dislivello : Totale 1326 m (salita e discesa)--- Cappella Fina- Croce Pian Cavallone +464m --- Croce Pian Cavallone-Cappelletta Pian Cavallone -36m --- Cappelletta Pian Cavallone-Monte Todano +139m --- Monte Todano- deviazione (Curgei-Cicogna) circa -227m --- deviazione (Curgei-Cicogna) - Pizzo Pernice circa +60m --- Pizzo Pernice-Monte Todun -232m --- Monte Todun-Cappella Fina -168m.

Strutture : Rifugio CAI (Intra) Pian Cavallone telefono: 349/2127830, e-mail: cooperativa@lacoccinella.vb.it.

Come Raggiungere cappella Fina: Da Intra andare a Trobaso quindi proseguire per la strada che porta a Cambiasca, qui seguire le chiare indicazioni per Miazzina, dopo circa 4km giunti a Miazzina attraversiamo la piazza e prendiamo la strada che sale a destra indicazioni per Alpe Pala.
Dopo circa 1,5km arriviamo a Pala, alla nostra sinistra si inerpica l'unica strada che prima supera il memoriale degli alpini ed infine approda a cappella Fina dopo un paio di chilometri, dove finisce la strada asfaltata.
Per chi arriva dall'autostrada, all'uscita di Gravellona Toce, seguire lo svincolo per Verbania, quindi a Fondotoce dopo la rotonda salire a sinistra per Bieno e ridiscendere fino a Trobaso e quindi seguire l'itinerario sopra descritto.

 

 

Qui nell'ampio parcheggio sterrato contraddistinto al centro dalla cappella Fina (1100m), lasciamo l'auto e imbocchiamo il largo sentiero gippabile che parte sul fondo.
La neve qui è scarsa e tracciata da un esercito di escursionisti che ci a preceduto nei giorni scorsi....

Partiamo lasciando le nostre ciaspole appese allo zaino.
Ignoriamo il sentiero che subito sulla destra prosegue in piano, il quale porta alla cappella di Porta a Caprezzo, e dritti saliamo sulla comoda strada che si immerge in un bosco.
La neve è poca e molto battuta si avanza tranquillamente con gli scarponi da trekking.
Superiamo una cappelletta dedicata da un padre alla memoria del figlio, quindi la deviazione per l'Alpe Cavallotti, la strada diviene comoda mulattiera, quindi marcatissimo sentiero, e arriviamo nei pressi di una fontana ormai fuori dal bosco (30').

Se il tempo vi assiste il panorama è già notevole, Verbania si stende sulle rive del Lago Maggiore, il Monte Rosso appare sulla destra e i monti lombardi fanno da sfondo.
Oggi la giornata è velata in alto, ma sotto è limpido e i laghi di Varese e Monate riflettono nella luce del mattino.
Proseguiamo ora su battutissimo sentiero tanto che i bordi risultano spesso 40cm più alti del centro, da far sembrare il camminamento più una trincea che una traccia, la neve è ancora poca e calpestatissima.
Giunti al masso che come una polena si protende verso il lago, cambiamo direzione e puntiamo verso Nord-Ovest all'interno del bosco, la neve aumenta di quantità e all'orizzonte appare la prima meta.


Aggiriamo il Pizzo Pernice e ai margini di un fittissimo e scuro bosco di abeti rossi arriviamo alla lunga spianata che precede la prima meta (1.00h).
Qui troviamo chiare indicazioni di un sentiero che scende a Cicogna .

Dalla nostra sinistra, il massiccio del Monte Rosa sgombro da nubi svetta maestoso, più vicino a noi corre la linea di cresta dei Corni di Nibbio che termina nel Proman, ancora più vicina la dorsale spartiacque tra Valgrande e Val Pogallo con Cima Sasso il Pedum e la testata frontale della Laurasca e del Cimone di Cortechiuso, sulla destra la cresta del Monte Zeda e del Pizzo Marona, per finire con il Monte Todano.
Di fronte a noi scende il sentiero per Curgei e Cicogna, alla nostra sinistra sale la traccia per il Pizzo Pernice, noi andiamo a destra.
La neve ora è abbondante, calziamo le ciaspole, dapprima alcuni metri in piano poi la traccia sale su buone pendenze, ma in poco tempo raggiungiamo il bivacco invernale del Pian Cavallone

Quindi nei pressi i resti del vecchio albergo del Pian Cavallone bombardato durante la seconda guerra mondiale.

In un paio di minuti, salendo alle spalle dell'albergo, raggiungiamo la croce del Pian Cavallone (1564m) (1.25h/1.30h).

Il panorama è notevole, il sottile velo grigio che copre il sole regala una luce particolare sulle isole del golfo Borromeo.
Sulla croce sono poste tre targhe del 1950/1975/2000 poste ogni 25 anni in occasione del giubileo da parte di una associazione cattolica.
La nostra prossima meta è ben visibile davanti a noi verso Nord.
Scendiamo sull'ampia cresta e velocemente arriviamo alla cappelletta del Pian Cavallone (1528m) (1.35h/1.40h).

L'ambiente ormai è prettamente invernale e la neve regala scorci incantevoli, poco sotto vediamo il rifugio del Pian Cavallone.
Il rifugio del Pian Cavallone di proprietà del CAI Intra costruito nel 1882 e gestito dalla Cooperativa Valgrande è la meta più classica dell'escursionismo verbanese per la sua facile accessibilità da molti paesi della Valle Intrasca come Miazzina, Intragna, Caprezzo e anche da Cicogna ma con un po più di sforzo.
Testimone di questo è una foto posta su di un pannello all'ingresso del rifugio, che ritrae centinaia di persone che ricoprono totalmente la montagna in un escursione popolare di inizio '900.
Il rifugio ben curato offre circa 30 posti letto, un paio di ampie sale da pranzo, la luce elettrica a mezzo di pannello solare e ottima cucina.
Può essere scelto come meta per merende e facile gita o come punto di partenza per escursioni più impegnative alle vette circostanti.
Resta aperto ogni fine settimana da aprile a ottobre e tutti i giorni dall'ultima settimana di luglio alla fine di agosto, apre su prenotazione e solo per gruppi in ogni periodo dell'anno.
Dietro la cappelletta partono due sentieri uno indica Cicogna ma può essere utilizzato per raggiungere la Marona senza salire al Monte Todano dove conduce il secondo sentiero.
Noi saliamo la croce è ben visibile e la traccia con una linea pressoche diretta punta alla vetta, le pendenze si fanno notevoli, la fatica anche, le ciaspole fanno sentire la loro importanza su questi ripidi pendii, in circa 15' eccoci sul Monte Todano (1667m)(1.50h/2.00h).

Il panorama si fa più ampio, sul lago Maggiore, sui laghi lombardi, il Mottarone, lago d'Orta, Monte Massone, Monte Rosa e tutta la Valgrande.
Mentre Riki percorre gli ultimi metri, ammiro la cresta appena percorsa e quella del Pizzo Pernice che ci attende, sembra un lungo scivolo innevato che si tuffa nel lago.
Riki è felice come un bambino per questa nuova esperienza, e io felice di essere in parte artefice di questa gioia.


La croce di vetta è di recente posa da parte di una associazione donatori di sangue, dove è posta la scatola metallica con il libro di vetta.
La vista si apre giù sul versante opposto, tra i numerosi alpeggi dell'alta Valle Intrasca che noi abbiamo percorso e descritto in una nostra recensione.
Mangiamo velocemente qualcosa mentre si alza il vento.
Ripartiamo e a ritroso ripercorriamo il percorso fatto poc anzi sino a tornare al bivio per Curgei-Cicogna.
Qui anzichè scendere verso sinistra sul percorso dell'andata, saliamo dritti in linea retta su buone pendenze verso la cima del Pizzo Pernice (1500m)(3.00h/3.10h).

Il vento è ancora sostenuto, il sole fa la sua comparsa in modo più consistente, ammiriamo il panorama ancora sul lago e su Cicogna e la Valgrande.
Dopo la classica foto di vetta riprendiamo il cammino, sull'ampia e aerea cresta.

Lo scenario è superbo, camminiamo sospesi tra neve e acqua.
Dapprima in piano e poi in discesa, cavalchiamo la splendida cresta che ci conduce in poco tempo al bivio per l'Alpe Cavallotti.
Alla nostra destra vediamo Cicogna capitale della Valgrande e sopra l'Alpe Pra o Alpino.
Proseguiamo in falsopiano, ai margini del bosco, mentre la neve va diminuendo a causa della quota ormai bassa e dell'esposizione a sud.
Togliamo le racchette da neve e dopo poco eccoci al Monte Todun (1268m)(3.50h/4.00h).

Abbiamo raggiunto l'ultima cima dell'escursione, la più bassa e la più a sud, ma che permette ancora bei panorami sul lago.
Sulla sinistra, con chiaro cartello indicatore, scende il sentiero che in pochi tornanti ci porta al tagliafuoco (4.00h/4.10h).

Ormai la neve è un ricordo, seguiamo a sinistra il cartello che indica Cappella Fina, Riki non è più così felice come prima, la fatica si fa sentire e i sandali che lo aspettano in macchina diventano un pensiero fisso.
Una buona camminata in piano e finalmente Cappella Fina (1100m)(4.40h/5.00h) partenza e arrivo della nostra escursione.
Bellissimo giro, raramente percorribile con la neve, per le basse quote altimetriche e l'esposizione a sud, che tuttavia dona sempre straordinari panorami, ma richiede un minimo di allenamento.

Grazie agli escursionisti di giornata Riccardo e Dario.

 

 

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