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Michael Bublè

 
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Forte
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Registrato: 03/04/03 10:37
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MessaggioInviato: Sab Apr 02, 2005 7:33 pm    Oggetto: Michael Bublè Rispondi Citando

It' time

Che Michael Bublé fosse un grande interprete era chiaro fin dagli esordi, ma per essere il crooner perfetto del XXI secolo mancava ancora qualcosa.
Serviva la prova del nove.
Ovvero, questa collection di quindici standard, in cui il nostro potesse mostrare di andare più in là della semplice riedizione del mito di Frank Sinatra.
"It's Time" gioca la carta dell'eclettismo: prodotto in maniera stratosferica da David Foster e Humberto Gatica, è un disco fatto non solo di pieni orchestrali, svisate swing e entertainment sfarzoso da Carnegie Hall.
C'è anche spazio per ballad intimiste e arrangiamenti unplugged non lontani dal modello di Norah Jones.
Michael mostra di non essere solo un frontman capace di arrampicarsi in cima a una vertiginosa fuga di contrabbasso, ma anzi domina dall'alto una tempesta di ottoni.
Sa anche piegarsi sulla chitarra acustica per trasformare le trame di un esile bossa in un pezzo da brivido comi in "Feeling good".
La ripartenza, con "A Foggy Day (In London Town)" è invece scoppiettante e stropicciata, con le chitarrine cavalcate da vere e proprie esplosioni da big band.
Bublé non si tira indietro: striglia il brano a dovere e lo sovrasta con gli accenti baritonali di un timbro insospettabilmente vigoroso.
Le dolcezze, quella maniera inconfondibile di troncare il fiato a metà parola, trasformando le strofe in respiri, le risparmia per la zuccherosa "You Don't Know Me".
Un duetto con Nelly Furtado trasforma l'atmosfera lounge dell'evergreen "Quando Quando Quando", solcata da svirgolate astrali di sax.
Il singolone "Home" è una ballatona nostalgica senza tempo, ma anche una confessione schietta modulata in versi semplici da un ragazzo che non vuole perdere a nessun costo la dimensione di sé.
La canzone fa coppia con una cover strabiliante, quella del classico Motown "You and I", in cui Michael sceglie di non mollare d'un centimetro l'originale di Stevie Wonder.
Come 'bonus track' arriva a sorpresa la murder song brechtiana "Mack The Knife", trasportata idealmente a Broadway nel più rutilante dei finali.
Forse per qualcuno il secondo album è ancora il più difficile: non per Mr Bublé, che si conferma uno da tutti otto in pagella.

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